I CAMPI DEL MONTEBELLUNA
Sono quattro, a Montebelluna, i campi in cui si è giocato a calcio nel periodo tra le due Guerre Mondiali e sino alla costruzione del centro sportivo di via Biagi.
Il primo è quello di Guarda Alta, in via Cordevole, dietro Villa Polin, attuale sede del liceo Classico.
Probabilmente era solo un prato in cui i volenterosi ragazzi del calcio hanno sistemato le due porte e forse tracciato qualche linea di delimitazione. Niente di più. Su questo terreno la giovane U.S. Montebellunese ha disputato i suoi primi incontri ed ha vinto la prima sfida con il Giorgione di Castelfranco.
Ma il campo da gioco di Guarda è durato poco. All’inizio degli anni Venti si giocava di lato del Duomo, dove successivamente è stata costruita la canonica. Ma anche questa fu una sistemazione provvisoria.
IL PRIMO VERO STADIO
Il terzo campo da gioco, il primo con un minimo di struttura regolamentare, è quello di via Tripoli, di fronte al Cinema Eden (oggi: Italia Eden). La sua costruzione risale all’autunno del 1924. Il 19 ottobre l’Amministrazione Comunale, con delibera della giunta municipale, “su istanza della presidenza dell’Unione Sportiva Montebellunese, concede l’area posta a nord del fabbricato del Consorzio per i Consumi, affinché in forma temporanea venga adibito a campo sportivo”.
Ottenuto l’uso dell’area, i dirigenti della società, aiutati dai volontari, si mettono all’opera per costruire il campo da gioco. Per le spese, la società Eden, che gestisce il cinema, contribuisce con 400 lire, cui si aggiungono le 200 lire offerte del consiglio direttivo dell’ U.S. Montebellunese.
Il campo viene realizzato in tempi brevissimi ed il 30 novembre, in occasione dell’esordio casalingo in campionato contro lo Schio, esso viene ufficialmente inaugurato.
[…]
Quello di via Tripoli è stato il campo da gioco sino al “fallimento” del 1928, forse per qualche anno ancora. Poi è stato abbandonato e i ragazzi di Montebelluna che volevano praticare il calcio dovevano arrangiarsi come potevano. Adattavano qualche prato momentaneamente libero, oppure emigravano nei paesi vicini. Al punto che nella stagione 1934-1935 la squadra di Montebelluna ha disputato e vinto il campionato provinciale Propaganda giocando nel campo e con il nome del Valdobbiadene. E ha disputato le finali regionali a Volpago con il nomr di A.F.C. Montello.
IL X MARTIRI
Dopo anni di peregrinazioni, la situazione sii è finalmente normalizzata nel 1935, con la costruzione del nuovo campo sportivo. Il progetto, redatto dal geometra Ludovico Saccol, è stato approvato nel gennaio di quell’anno e contemporaneamente e stata acquistata l’area di 12100 mq, pagata 10500 lire. […] È la zona oggi occupata dalla nuova biblioteca a dal vicino parcheggio.
È questo il primo vero stadio di calcio a Montebelluna. Alla sua manutenzione provvede la famiglia Scapinello, già mezzadri dei Sernagiotto, in particolare Secondo “Nene”, che era stato valente giocatore del Montebelluna negli anni Venti, prima di passare al Giorgione dopo il fallimento del 1928.
Dopo la Guerra lo stadio verrà ribattezzato “X Martiri”, in ricordo dei dieci uomini di Zapparè di Trevignano che lungo il muro di cinta del campo erano stati fucilati dai tedeschi, per rappresaglia, il 22 marzo del 1945.
Negli anni Cinquanta è stata poi realizzata, ad opera dei tifosi volontari, la tribunetta, in cemento. Per inaugurarla è stata organizzata un’amichevole con il Bari, allora in serie A, che stava svolgendo la preparazione precampionato ad Asiago.
[…]
Il fondo dei X Martiri era spesso ai limiti o ben oltre i limiti della praticabilità e molte partite dovettero per questo essere rinviate. Ci furono ripetuti tentativi per migliorare l’agibilità del campo. Vi si portò la creta del Piave, con pessimi risultati. Un anno, prima dell’incontro col Giorgione, tutto il fondo fu ricoperto di segatura. Ma era comunque un vero campo di calcio, con tanto di spogliatoi, mentre in molti paesi, non solo prima della Guerra ma ancora negli anni Cinquanta, i giocatori si lavavano nei fossati e si cambiavano al riparo di qualche fascio di legna o nei pagliai.
[…]
Il X Martiri resta il mitico stadio del Calcio Montebelluna. Lì sono passate generazioni di ragazzi. Lì sono state scritte alcune delle pagine più gloriose della sua storia. Certamente le più epiche, le più popolari. In questo stadio il Montebelluna giocherà, dopo la Guerra per venticinque anni, sino alla costruzione del nuovo impianto di via Biagi.
IL COMUNALE DI VIA BIAGI
Lo stadio comunale è stato realizzato dall’amministrazione comunale di Montebelluna nella seconda metà degli anni Sessanta. La squadra di calcio vi ha disputato il primo campionato nella stagione 1968-1969 e l’inaugurazione ufficiale si è tenuta nell’agosto del 1969 […].
Quello di via Biagi è un impianto polisportivo, in cui trovano spazio, oltre al calcio, l’atletica ed il tennis.
Certo, la pista di atletica allontana un po’ il pubblico dai giocatori, soprattutto da quando l’affluenza degli spettatori è sensibilmente diminuita, e viene quindi a mancare quel calore che i giocatori sentivano al X Martiri. Ma non c’è dubbio che, senza questo stadio, il Montebelluna non avrebbe potuto permettersi né la serie D né, tanto meno la C2. E comunque, negli anni Settanta ed Ottanta, quando il calcio suscitava entusiasmi, le tribune del Biagi si sono spesso riempite di pubblico ed i giocatori si sono sentiti tutt’altro che isolati.
[…]
(tratto da: Angelo Ceron (2007), Montebelluna che passione, Danilo Zanetti Editore)